Nuove dinamiche per gli affitti a breve termine con l’arrivo del nuovo anno

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Nuove dinamiche per gli affitti a breve termine con l'arrivo del nuovo anno

In vigore la direttiva dell’Unione Europea: Airbnb preleverà l’imposta forfettaria direttamente dalle entrate degli host.

Come precedentemente annunciato più di un anno fa, Airbnb ha avviato l’automazione della trattenuta del 21% della cedolare secca direttamente dai guadagni degli host per i soggiorni brevi. Questa pratica sostituisce efficacemente l’Agenzia delle Entrate nel processo di pagamento dell’imposta.

La nuova regolamentazione, derivante da una normativa europea, implica che gli host non professionali, ovvero coloro che affittano la propria casa o parte di essa su Airbnb per periodi inferiori a 30 notti e non sono titolari di partita IVA, dovranno ora versare al fisco una ritenuta fiscale del 21% direttamente dalle loro entrate. L’aliquota aumenta al 26% a partire dal secondo immobile affittato per soggiorni brevi. Gli host avranno la possibilità di scegliere su quale unità applicare la ritenuta del 21%. È richiesto agli host di prendere una decisione entro il 14 gennaio, altrimenti la trattenuta del 21% verrà applicata automaticamente.

Il settore degli affitti a breve termine subirà una riforma quest’anno a seguito di una nuova direttiva dell’Unione Europea, volta a introdurre maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle piattaforme come Airbnb, Booking ed Expedia. L’obiettivo è limitare i fenomeni più aggressivi di gentrificazione nei centri turistici europei, fattore che ha contribuito all’incremento vertiginoso dei costi degli affitti negli ultimi anni.

La normativa richiede alle piattaforme di comunicare dati relativi agli affitti turistici, tra cui numero degli ospiti, durata dei soggiorni, entrate e tasse riscosse, alle autorità competenti per verificare la conformità alle normative fiscali e urbanistiche, inclusi eventuali limiti di giorni fissati dagli enti locali per le locazioni brevi. In caso di violazioni, le piattaforme potrebbero essere soggette a blocchi temporanei o definitivi delle attività o a sanzioni fino al 10% del fatturato annuo.

Con questa mossa, Airbnb si allinea al quadro normativo sulla cedolare secca introdotto nel 2017, contro il quale aveva presentato ricorsi sia a livello nazionale che europeo, perdendo in entrambi i casi.

Il governo Meloni ha programmato l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per la registrazione degli immobili destinati all’affitto. Questo codice sarà rilasciato dal Ministero del Turismo a seguito della comunicazione dei dati catastali degli alloggi da parte degli host che intendono metterli in locazione. In una fase precedente, l’ufficio del pubblico ministero di Milano aveva disposto il sequestro preventivo di 779 milioni di euro nei confronti del gigante del web lo scorso autunno, in relazione alle imposte non pagate tra il 2017 e il 2021, inizialmente quantificate a 3,7 miliardi secondo le stime. L’accordo successivo con l’Agenzia delle Entrate ha ridotto l’importo da versare a 576 milioni, di cui 353 milioni sono imposte nette, 174 milioni sono sanzioni amministrative e 49 milioni sono interessi.

Per l’anno fiscale 2022, l’azienda ha consigliato ai contribuenti di avvalersi del cosiddetto “ravvedimento operoso” per dichiarare i redditi su cui non sono state pagate le imposte entro la fine di febbraio. I compensi del 2023 dovranno invece essere inclusi nella dichiarazione dei redditi di quest’anno.