Mercati prevedono il primo taglio dei tassi entro metà 2024 dopo la BCE stoppa le misure restrittive

admin_beready
Mercati prevedono il primo taglio dei tassi entro metà 2024 dopo la BCE stoppa le misure restrittive

Nella recente conferenza stampa, il governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, ha mostrato maggiore preoccupazione per la situazione economica nell’Eurozona rispetto all’andamento dell’inflazione. Dopo quattordici mesi di continui aumenti dei tassi di interesse, la BCE ha deciso di mantenere i tassi invariati. Il tasso di riferimento rimane stabile al 4,50%, mentre i tassi sui depositi bancari si mantengono al 4% e i tassi sui prestiti marginali al 4,75%. Quando interrogata sulla prospettiva di un futuro taglio dei tassi, Lagarde ha dichiarato che sarebbe “prematuro” individuare un momento specifico e ha confermato che la BCE continuerà a basare le sue decisioni sulla situazione economica attuale. In passato, la strategia era quella di mantenere “tassi elevati per un periodo prolungato”, ma ora sembra che la BCE abbia rallentato questa politica. Questo nuovo approccio ha suscitato interesse sia in Europa che negli Stati Uniti, dove anche la Federal Reserve sembra orientata verso una politica simile.

Il mercato sta anticipando misure di politica monetaria più accomodanti come risposta alla crisi nell’Eurozona

Tuttavia, i “falchi” all’interno della BCE sembrano perdere terreno poiché la recessione inizia a colpire la Germania e minaccia di estendersi all’intera Eurozona. Dopo il recente annullamento dell’ipotesi di un ulteriore aumento dei tassi la scadenza di giovedì scorso, il mercato inizia a prevedere un possibile taglio dei tassi entro la metà del prossimo anno. Questa previsione è basata sui contratti futures dell’Euribor a 3 mesi, che riflettono le dinamiche dei tassi sui depositi bancari. Secondo questi contratti, i tassi dovrebbero aumentare di un quarto di punto percentuale a dicembre, suggerendo la possibilità di un ultimo aumento dei tassi nell’Eurozona. In seguito, i tassi dovrebbero scendere al 4% entro marzo e al 3,80% entro giugno. Questo implica che il primo taglio dei tassi potrebbe verificarsi entro la metà del prossimo anno rispetto alla situazione attuale. Ma c’è di più: mentre in passato si prevedevano appena un paio di tagli dei tassi entro il 2024, ora si prevede che l’Euribor scenderà al 3% entro dicembre dell’anno successivo. Ciò comporterebbe ben quattro tagli dei tassi, ciascuno pari a un quarto di punto percentuale. Entro due anni, la discesa dei tassi proseguirebbe fino a scendere al di sotto del 2%. In sintesi, sembra che l’allentamento monetario si stia muovendo più rapidamente di quanto si sia discusso negli ultimi mesi. È importante notare che queste previsioni riflettono scenari macroeconomici avversi, il che significa che il taglio dei tassi sarebbe deciso in modo vigoroso per sostenere un’economia in difficoltà.

Una riduzione dei tassi incoraggerebbe il mercato dei bond

Se ciò accadesse, il mercato obbligazionario attuale risulterebbe essere in uno stato di “eccesso di vendita”. Di conseguenza, i prezzi delle obbligazioni aumenterebbero e i rendimenti scenderebbero rapidamente. In questo scenario, sarebbe opportuno investire in obbligazioni a lungo termine, poiché si apprezzerebbero notevolmente in caso di taglio dei tassi. Tuttavia, è importante notare che queste sono considerazioni premature. La BCE non è nota per le sue decisioni tempestive in materia di tassi di interesse, spesso agendo in ritardo. Lo scorso anno, ad esempio, ha iniziato ad aumentare i tassi troppo tardi, consentendo un’elevata inflazione. Ora, c’è il rischio che faccia marcia indietro troppo tardi, quando l’economia sembra dirigersi verso una recessione. Inoltre, ci sono altri fattori che influenzerebbero i rendimenti, come la possibilità di interrompere in anticipo il programma di acquisto di obbligazioni con PEPP. Anche se questa eventualità non è stata discussa nell’ultimo incontro del consiglio direttivo, potrebbe essere oggetto di discussione in futuro. Tuttavia, in un contesto di economia in difficoltà, le probabilità di adottare questa soluzione sembrano scarse. Se l’inflazione rallenta ulteriormente in ottobre e novembre, i tassi reali stabiliti dalla BCE saranno ancora più positivi, dando a Lagarde un argomento valido per giustificare un’eventuale interruzione definitiva della stretta monetaria. La situazione sarebbe ancora migliore se le nuove previsioni macroeconomiche a dicembre anticipassero il raggiungimento del target del 2% per l’inflazione nell’Eurozona.