Manifestanti ambientalisti esprimono la loro opposizione a Tesla, accusandola di degradare le foreste per la produzione di veicoli elettrici

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Manifestanti ambientalisti esprimono la loro opposizione a Tesla, accusandola di degradare le foreste per la produzione di veicoli elettrici

Attivisti ambientalisti tedeschi si oppongono all’incremento della produzione di auto elettriche. In una situazione apparentemente paradossale, circa 80 manifestanti hanno occupato un’area naturale vicino alla fabbrica Tesla a Grünheide, Brandeburgo. La loro protesta mira a contestare l’espansione della gigafactory statunitense, accusata di comportare la distruzione di circa 120 ettari di foresta.

Inaugurato nel 2020, lo stabilimento Tesla rappresenta il principale polo industriale europeo per l’azienda automobilistica di Elon Musk. La struttura potrebbe accogliere fino a 12.000 dipendenti e produrre fino a 500.000 veicoli all’anno, posizionandosi come uno dei principali impianti europei per lo sviluppo di auto elettriche. Qui vengono realizzate automobili, batterie, motori elettrici, componenti in plastica, sedili e assali. L’intero complesso industriale si estende su un’area di 300 ettari, con diverse unità produttive distribuite su uno stabilimento totale di 227.000 metri quadrati.

Nonostante l’approvazione da parte di figure di spicco come il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il ministro dell’Economia, Robert Habeck, anche leader dei Verdi tedeschi, la comunità locale si oppone al progetto di espansione. Il piano prevede lo sviluppo di un’area adiacente alla fabbrica esistente, destinata a ospitare una stazione merci, magazzini e un asilo aziendale. Tuttavia, per realizzare queste infrastrutture, è necessario abbattere circa 120 ettari di foresta. La scorsa settimana, circa due terzi degli abitanti di Grünheide hanno respinto il progetto in un referendum.

Dopo la consultazione, circa ottanta militanti del movimento “Stop Tesla” hanno deciso di passare all’azione, occupando l’area designata per i futuri lavori e costruendo abitazioni tra gli alberi. I manifestanti esprimono anche preoccupazioni riguardo al fatto che una parte del sito industriale si trovi all’interno di una zona di protezione delle risorse idriche potabili. “La nostra massima priorità è la tutela della zona idrica potabile”, ha dichiarato l’attivista Caro Weber all’agenzia di stampa Dpa.