L’Ucraina è afflitta dalla carenza di munizioni, poiché i paesi dell’Unione Europea non sono in grado di produrne a sufficienza

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L'Ucraina è afflitta dalla carenza di munizioni, poiché i paesi dell'Unione Europea non sono in grado di produrne a sufficienza

Zelensky è di fronte a una nuova sfida, in seguito alla situazione di stallo nei finanziamenti militari da parte degli Stati Uniti e ai progressi lenti nella sua controffensiva.

Dopo l’arresto nei rifornimenti militari provenienti dagli Stati Uniti, si presenta un nuovo ostacolo per l’offensiva iniziata cinque mesi fa dall’Ucraina per riprendere i territori occupati dalla Russia: l’esercito ucraino potrebbe presto esaurire le munizioni. La consegna dei proiettili d’artiglieria promessi dai Paesi dell’Unione Europea sta subendo significativi ritardi, in quanto dei previsti 1 milione di proiettili che dovevano essere consegnati entro marzo, finora ne sono arrivati poco più di 300.000 nei depositi ucraini, come riportato dall’agenzia di stampa Bloomberg.

Nel mese di luglio precedente, l’UE aveva dato il via libera al piano denominato Asap, che prevedeva l’allocazione di 1 miliardo di euro per l’acquisto e la produzione di munizioni da inviare in Ucraina. Tuttavia, questo piano sta incontrando difficoltà. Da un lato, l’industria bellica europea fatica ad aumentare la produzione di proiettili. Dall’altro, i prezzi delle munizioni stanno aumentando, e ciò potrebbe rendere insufficienti i fondi stanziati da Bruxelles, secondo chi segue da vicino l’iniziativa Asap.

Questi ritardi nella consegna delle munizioni potrebbero complicare ulteriormente l’offensiva ucraina, che già procede a un ritmo più lento di quanto sperasse il presidente Volodymyr Zelensky, e potrebbero portare a scenari preoccupanti in vista dell’inverno. L’obiettivo dell’esercito ucraino era quello di penetrare il sistema di difesa russo nel sud-est del Paese, dividere l’esercito nemico e interrompere la via terrestre che collega la Russia alla Crimea, utilizzata per il trasporto di uomini e mezzi militari russi. Finora, questo obiettivo rimane lontano dall’essere raggiunto: secondo quanto riferito da Le Monde, dopo centocinquanta giorni di combattimenti, Kiev è riuscita a riconquistare soltanto circa 400 chilometri quadrati di territorio, mentre i russi mantengono il controllo di oltre il 17% dell’Ucraina, corrispondente a oltre 100.000 chilometri quadrati.

La situazione potrebbe peggiorare all’inizio del 2024: secondo alcuni esperti, la Russia sta adottando una strategia difensiva e risparmiando risorse militari al fine di accumulare un arsenale sufficiente per soffocare le speranze di recupero di Zelensky. Alcune stime prevedono che l’industria bellica russa consegnerà 2 milioni di proiettili all’esercito ucraino l’anno successivo, senza considerare i rifornimenti provenienti dalla Corea del Nord e da altri alleati. Nel frattempo, il reclutamento di nuove truppe sembra procedere più rapidamente tra le fila russe rispetto a quelle ucraine. Inoltre, l’Ucraina è ancora in attesa del sostegno finanziario degli Stati Uniti, poiché il bilancio per gli aiuti militari di 60 miliardi di dollari rimane bloccato. Anche gli aiuti europei sono incerti, con il primo ministro slovacco Robert Fico che si è unito al suo omologo ungherese Viktor Orban nel dichiarare che supporterà la sospensione degli aiuti militari all’Ucraina. Inoltre, la recente crisi in Medio Oriente potrebbe distogliere l’attenzione dell’Occidente dal fronte ucraino, come temuto dallo stesso presidente Zelensky.