L’accordo da 68,7 miliardi di dollari tra Microsoft e Activision Blizzard riceve l’approvazione dell’Unione Europea

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L'accordo da 68,7 miliardi di dollari tra Microsoft e Activision Blizzard riceve l'approvazione dell'Unione Europea

L’Unione Europea dà il via libera all’acquisizione da parte di Microsoft dell’azienda che sviluppa Call of Duty e Diablo, dopo il veto dell’autorità antitrust britannica. L’accordo ha un valore di 68,7 miliardi di dollari.

 

Microsoft può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo il blocco dell’acquisizione di Activision Blizzard da parte dell’ente regolatore britannico CMA, è arrivata l’attesa approvazione da parte della Commissione europea. Questo consente a Microsoft di procedere con l’affare del valore di 68,7 miliardi di dollari, che porterà il noto publisher californiano e tutti i suoi team di sviluppo sotto l’ala di Xbox Game Studios. Ora l’azienda di Redmond dovrà affrontare la sfida di convincere l’autorità antitrust statunitense.

Dopo lunghi mesi di valutazioni e incertezze, finalmente la Commissione europea ha dato il suo via libera all’acquisizione del gruppo Activision Blizzard King da parte di Microsoft. Durante il processo, Microsoft ha fatto alcune concessioni alle aziende rivali, come NVIDIA e Nintendo. Questo riscontro finale apre la strada per l’unione dei due colossi e segna un importante passo avanti nella strategia di crescita di Microsoft nel settore dei videogiochi.

L'accordo da 68,7 miliardi di dollari tra Microsoft e Activision Blizzard riceve l'approvazione dell'Unione Europea

L’autorità antitrust europea ha stabilito che, nonostante le preoccupazioni sollevate da Sony, Microsoft “non avrebbe alcun interesse a rifiutare la distribuzione dei giochi prodotti da Activision sulle piattaforme di Sony” e che “nel caso in cui Microsoft decidesse di ritirare tutti i giochi di Activision dal catalogo PlayStation, ciò non danneggerebbe la concorrenza nel mercato delle console”. Tuttavia, le autorità europee hanno riconosciuto che l’acquisizione potrebbe creare una disparità nel mercato del cloud gaming, motivo per cui è stata bloccata dall’ente regolatore britannico CMA.

In contrasto con la valutazione dell’antitrust del Regno Unito, la Commissione europea è convinta che le misure proposte da Microsoft siano sufficienti a evitare il rischio di monopolio. Grazie agli accordi a lungo termine stabiliti da Microsoft con società attive nel settore del cloud gaming, come NVIDIA, Boosteroid e Ubitus, la situazione sarebbe adeguatamente controllata. Microsoft si è impegnata a concedere una licenza gratuita che consentirà a tutti i consumatori dell’Unione Europea di giocare in streaming i giochi di Activision. Lo stesso vale per i fornitori di servizi cloud, che potranno utilizzare questa licenza per integrare i giochi offerti dal colosso californiano nel loro servizio di streaming.

L'accordo da 68,7 miliardi di dollari tra Microsoft e Activision Blizzard riceve l'approvazione dell'Unione Europea

“La nostra decisione rappresenta un significativo passo avanti, permettendo ai giochi più popolari del catalogo di Activision di essere disponibili su un numero maggiore di dispositivi e raggiungere un pubblico più ampio grazie al cloud gaming”, ha dichiarato Margrethe Vestager, Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea. “Gli impegni proposti da Microsoft permetteranno per la prima volta lo streaming di tali giochi attraverso qualsiasi servizio di game streaming, promuovendo la concorrenza e le opportunità di crescita”.

L’approvazione da parte della Commissione europea segue il via libera ottenuto da diverse autorità antitrust, tra cui Arabia Saudita, Brasile, Cile, Giappone, Serbia e Sud Africa. Ora, il colosso di Redmond, guidato da Satya Nadella e Phil Spencer, dovrà convincere anche l’antitrust statunitense Federal Trade Commission (FTC), che deve ancora esprimersi sull’acquisizione, insieme alle autorità di Cina, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. L’appuntamento è previsto per agosto, quando Microsoft affronterà un’udienza probatoria per dimostrare alla FTC che l’acquisizione non rappresenta un rischio per la crescita e la competitività dell’industria dei videogiochi.