“La nuova direttiva Ue sulle ristrutturazioni: il ruolo delle case a emissioni zero”

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"La nuova direttiva Ue sulle ristrutturazioni: il ruolo delle case a emissioni zero"

Sostituzione dei target generici per gli edifici con piani nazionali più adattabili: Tovaglieri, negoziatore del Parlamento Ue, esprime soddisfazione per la vittoria del pragmatismo.

 

“Cambio di rotta sulla direttiva relativa alla prestazione energetica degli edifici in Europa, nota come la direttiva sulle Case Verdi. Durante una sessione notturna dei negoziati noti come Trilogo, in cui il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea si confrontano sotto l’egida della Commissione Europea, è stato raggiunto un accordo provvisorio, sebbene le trattative continuino e l’approvazione definitiva debba ancora essere ottenuta.

Alcuni punti rilevanti per l’Italia sono stati già concordati. In primo luogo, viene eliminato l’obbligo di ristrutturare tutti gli edifici residenziali per raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Questo obbligo generalizzato verrà sostituito da piani nazionali più flessibili: invece di requisiti di ristrutturazione specifici per singoli edifici basati su classi energetiche armonizzate, il testo ora richiede un approccio medio all’intero patrimonio edilizio.

Gli Stati membri saranno responsabili di progettare i Meps (Minimum Energy Performance Standards) e decidere quali edifici e a quale livello dovranno essere ristrutturati, in base ai loro piani di ristrutturazione nazionale. Entro il 2030 e il 2035, dovrà essere raggiunta una percentuale fissa (ancora da definire) di risparmio energetico medio, mentre le strategie nazionali determineranno i successivi sforzi di ristrutturazione per raggiungere l’obiettivo finale di avere un parco edilizio a emissioni zero entro il 2050. In pratica, si stabilirà un obiettivo generale di riduzione, e spetterà ai governi decidere come raggiungerlo. Naturalmente, molteplici edifici dovranno essere ristrutturati, ma non tutti immediatamente, e ogni governo potrà decidere se iniziare con quelli più vecchi, quelli di classi energetiche più alte, quelli più grandi o inquinanti, o quelli di edilizia pubblica, a seconda delle proprie scelte.

“Ha prevalso il buonsenso sull’ambientalismo ideologico, che permeava l’intera direttiva”, afferma Isabella Tovaglieri, eurodeputata della Lega coinvolta nei negoziati con il Consiglio dell’Unione Europea. “Di fronte alla posizione rigorosa del Consiglio dell’UE, che rappresenta i governi e quindi difende gli interessi dei cittadini e delle imprese, il Parlamento ha dovuto fare un passo indietro rispetto alle misure più controverse, che avrebbero avuto un impatto negativo sull’economia e sulla coesione sociale. Questa è una vittoria anche per l’Italia, alla quale la Lega ha dato un contributo fondamentale”, ha affermato, spiegando che “le certificazioni energetiche degli edifici rimarranno quelle attualmente in vigore e gli Stati membri potranno definire le classi autonomamente, con una validità di 10 anni”.

Resta invece la disposizione secondo cui tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Isabella Tovaglieri aggiunge che uno degli importanti risultati raggiunti è l’eliminazione dal testo dei mutui green, che erano previsti come obbligatori e avrebbero penalizzato gli immobili nelle classi energetiche più basse, influendo negativamente sul loro valore e sulla situazione di molte famiglie. I cosiddetti “mutui green” erano un sistema di accesso al credito agevolato per chi ristrutturava la propria casa, e nel testo originale erano obbligatori, mentre ora si parla di un semplice incoraggiamento da rivolgere alle istituzioni finanziarie.

“Restano da discutere, nel prossimo trilogo di dicembre, alcune questioni delicate e controverse come l’obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici e non residenziali e le sanzioni per chi non rispetterà le disposizioni. Comunque, sono state già rimosse le sanzioni indirette. La nostra battaglia continua anche su questi temi, con l’obiettivo di ottenere una revisione completa della direttiva,” afferma Tovaglieri. Pur ritenendo che la direttiva sia stata migliorata, la rappresentante della Lega rimane critica nei confronti della sua impostazione generale, poiché ritiene che sia basata su una visione teorica della tutela dell’ambiente, lontana dalla realtà del patrimonio edilizio esistente e quindi necessiti di una revisione completa.