La Danimarca ha introdotto la leva obbligatoria anche per le donne, una mossa che ha destato preoccupazione in Russia

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La Danimarca ha introdotto la leva obbligatoria anche per le donne, una mossa che ha destato preoccupazione in Russia

La premier ha dichiarato che il riarmo non è una ricerca di conflitto, ma un mezzo per prevenirlo.

 

A partire dal 2026, il servizio militare obbligatorio in Danimarca sarà esteso anche alle donne. Questa decisione è stata annunciata dalla prima ministra socialdemocratica Mette Frederiksen durante la presentazione del nuovo piano governativo per potenziare le forze armate, il quale prevede, tra le altre cose, di estendere il periodo di leva da 4 mesi attuali a 11 mesi.

Il piano riceverà un investimento di 6 miliardi di dollari nel bilancio della Difesa, rappresentando di fatto un rafforzamento militare. Tuttavia, tale decisione è motivata dal pacifismo e dalla parità di genere. La premier ha dichiarato: “Non stiamo riarmandoci per cercare la guerra, ma per evitarla”. Ha inoltre aggiunto di lavorare per raggiungere la piena uguaglianza di genere nel Paese scandinavo.

Questa mossa renderà la Danimarca il terzo Paese in Europa ad estendere la leva militare obbligatoria anche alle donne, dopo la Norvegia e la Svezia, che hanno adottato questa misura nel 2017 in risposta alle minacce internazionali.

La continuazione delle ostilità tra Russia e Ucraina, in particolare l’atteggiamento aggressivo della Russia verso le Repubbliche baltiche, ha un impatto significativo sul senso di sicurezza e sulle decisioni strategiche dei Paesi del nord-Europa.

Anche il ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulsen, ha espresso il proprio parere sull’argomento, affermando che un servizio di leva più robusto, che includa la piena parità di genere, deve contribuire a risolvere le sfide della difesa, della mobilitazione nazionale e dell’equipaggiamento delle forze armate. Secondo il ministro degli Esteri danese, Lars Rasmussen, il riarmo è necessario per la deterrenza: attualmente la Russia non rappresenta una minaccia concreta per la Danimarca, ma “non vogliamo arrivare al punto in cui possa diventarlo”.