Intel investe 58 miliardi di dollari in Germania, Israele e Polonia per lo sviluppo di chip

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Intel investe 58 miliardi di dollari in Germania, Israele e Polonia per lo sviluppo di chip

Investimenti senza precedenti di Intel in Germania, Israele e Polonia per lo sviluppo di chip avanzati.

Un’imponente iniezione di capitale da parte di Intel, che ammonta a circa 58 miliardi di dollari, sta per essere destinata a Germania, Israele e Polonia. Questo storico investimento straniero è stato lodato dai leader dei tre paesi nel giro di una settimana. L’obiettivo di Intel è potenziare la propria capacità produttiva di semiconduttori.

La città di Magdeburgo e le sue gigantesche fabbriche

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, è stato l’ultimo a congratularsi con la multinazionale statunitense. Saranno costruite due gigantesche fabbriche di chip avanzati sulle rive dell’Elba, nella città di Magdeburgo. La produzione inizierà entro quattro-cinque anni e ciò creerà decine di migliaia di posti di lavoro. Intel prevede di investire oltre 30 miliardi di euro per la costruzione delle fabbriche, raddoppiando così la spesa inizialmente prevista. In cambio, la potente azienda californiana ha ottenuto quasi 10 miliardi di euro di sussidi dal governo tedesco, desideroso di garantirsi componenti essenziali per l’innovazione. Scholz ha dichiarato: “L’accordo odierno rappresenta un passo importante per portare in Germania manifatture ad alto contenuto tecnologico e renderla più resiliente”. Il piano industriale di Intel è di fondamentale importanza per l’economia europea.

Il Chips Act europeo

Con l’approvazione del Chips Act da 43 miliardi all’inizio del 2022, l’Unione Europea si è prefissata l’obiettivo di raddoppiare la propria capacità produttiva di semiconduttori, arrivando al 20% della produzione mondiale. Bruxelles ha quindi esentato gli incentivi per i microprocessori dal divieto di aiuti di Stato. I governi con maggiore margine di manovra fiscale stanno approfittando di ciò per promettere generose sovvenzioni alle giganti del settore, sia americane che asiatiche. I nuovi impianti in Germania si uniscono al sito da 4,5 miliardi annunciato la scorsa settimana in Polonia e allo stabilimento già operativo in Irlanda, ha sottolineato Pat Gelsinger, CEO di Intel. Inoltre, Gelsinger ha annunciato un’enorme spesa di circa 23 miliardi di dollari per modernizzare la fabbrica di Intel in Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha commentato: “Questo è un segno di grande fiducia nel nostro paese”, cogliendo l’occasione per contrastare le proteste contro la riforma del sistema giudiziario, che secondo gli oppositori metterebbe in pericolo la stabilità economica e sociale della “Nazione delle Startup”.

Il piano strategico di Intel

I recenti investimenti in Polonia, Israele e Germania fanno parte del piano a lungo termine di Intel, lanciato lo scorso anno, per colmare il divario con i concorrenti asiatici e soddisfare la crescente domanda globale di chip. L’implementazione del programma è stata rallentata inizialmente dall’aumento dei costi dovuti all’inflazione e successivamente dalla stagnazione della domanda di chip a seguito del boom pandemico. Tuttavia, il problema dei costi è stato risolto grazie all’aumento dei sussidi pubblici, mentre i progressi nell’intelligenza artificiale hanno rinnovato la fiducia del mercato nelle prospettive di crescita dell’industria dei microprocessori. Inizialmente, il piano di Intel prevedeva anche un centro all’avanguardia per l’assemblaggio e l’incapsulamento di chip in Italia. Nonostante fosse stato considerato imminente e quantificato intorno a 4,5 miliardi di dollari, l’investimento non è stato ancora ufficializzato, e la sede potenziale, che vede la competizione tra Piemonte, Veneto e Sicilia, non è stata ancora definita.

La situazione in Italia

Intel ha chiarito che l’impegno in Polonia non pregiudica l’espansione in Italia, e il Ministero delle Imprese ha confermato che “i colloqui per una presenza di Intel in Italia” sono ancora in corso, con un recente incontro tra Adolfo Urso e l’azienda durante il suo viaggio a Washington. Tuttavia, gli investimenti degli ultimi tempi hanno ridotto lo spazio nel bilancio di Intel, nonostante l’azienda avesse stanziato 80 miliardi di dollari per l’espansione in Europa. Nel frattempo, il governo italiano ha avviato contatti anche con gruppi asiatici. Ad aprile, una delegazione del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale si è recata a Taiwan, Giappone e Corea del Sud, che sono i principali paesi produttori di chip al mondo, per illustrare le linee guida del piano nazionale per la microelettronica, che si prevede di essere presentato entro la fine dell’estate.