Il PIL e la potenziale valuta delle nazioni BRICS rappresentano la più grande minaccia per il dollaro statunitense

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Il PIL e la potenziale valuta delle nazioni BRICS rappresentano la più grande minaccia per il dollaro statunitense

Nelle ultime settimane, il commercio internazionale ha visto sforzi per diminuire la dipendenza dalla valuta americana. Di conseguenza, il PIL delle nazioni BRICS e le loro potenziali valute rappresentano la minaccia più grande finora alla dominanza del dollaro USA.

Il collettivo BRICS, composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, ha ufficialmente superato il G7 in termini di PIL (PPA). Inoltre, lo sviluppo avviene mentre il blocco di nazioni lavora duramente per sviluppare la propria valuta. Di conseguenza, per contrastare l’uso internazionale del dollaro USA.

 

Il PIL e la potenziale valuta delle nazioni BRICS rappresentano la più grande minaccia per il dollaro statunitense

 

BRICS rappresenta una chiara sfida al dollaro americano

Gli sforzi crescenti dei paesi BRICS per ridurre la dominanza internazionale del dollaro americano sono ben documentati. Di conseguenza, il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha recentemente parlato del suo desiderio di sostituire il dollaro americano. Tuttavia, gli sviluppi recenti indicano che questa speranza potrebbe diventare una realtà potenziale.

Il PIL dei paesi BRICS e i loro sforzi nella creazione della propria valuta rappresentano la loro più grande minaccia per il dollaro americano. In particolare, è stato riportato che il collettivo ha superato i paesi del G7 in termini di prodotto interno lordo basato sul potere d’acquisto, secondo Acorn Macro Consulting.

 

Il PIL e la potenziale valuta delle nazioni BRICS rappresentano la più grande minaccia per il dollaro statunitenseFonte: Institute for New Economic Thinking

 

Le nazioni del G7 includono gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito, la Francia, l’Italia, la Germania e il Giappone. In alternativa, i cinque paesi BRICS rappresentano circa il 41% della popolazione mondiale, pur contabilizzando solo il 16% del commercio internazionale. Di conseguenza, circa il 31,5% del PIL globale è contribuito dai paesi BRICS. In alternativa, i paesi del G7 contribuiscono solo al 30,7%. Ciò dimostra chiaramente lo spostamento dell’equilibrio di potere.

Tuttavia, la dichiarazione di Da Silva indica che questa realtà sta spingendo lo sviluppo di una valuta alternativa. “Perché un’istituzione come la banca BRICS non potrebbe avere una valuta per finanziare le relazioni commerciali tra il Brasile e la Cina e tra il Brasile e tutti i paesi BRICS?”, ha dichiarato. Inoltre, chiedendosi: “Chi ha deciso che il dollaro fosse la valuta (commerciale) dopo la fine della parità aurea?”

“Abbiamo bisogno di una valuta che dia ai paesi più tranquillità perché oggi un paese ha bisogno di correre dietro al dollaro per poter esportare quando potrebbe esportare nella propria valuta”, ha aggiunto Da Lula. Ora, questi fattori intersecanti potrebbero presentare una grande opportunità. Inoltre, il potere internazionale dei BRICS e i suoi chiari obiettivi potrebbero fornire una imminente alternativa di valuta commerciale.