Il Giappone perde la sua posizione di terza economia mondiale mentre entra in recessione

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Il Giappone perde la sua posizione di terza economia mondiale mentre entra in recessione

L’economia del Giappone si è contratta inaspettatamente per un secondo trimestre alla fine del 2023, entrando in recessione e offuscando la strada della Banca del Giappone verso la fine della sua politica di tassi di interesse negativi.

Il prodotto interno lordo si è contratto a un ritmo annuale del 0,4% negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, a seguito di una contrazione rivista del 3,3% nel trimestre precedente, come riportato giovedì dall’Ufficio del Governo. Gli economisti si aspettavano che l’economia si espandesse dell’1,1%. Il rapporto ha mostrato che sia le famiglie che le imprese hanno ridotto le spese.

I dati hanno anche confermato che l’economia del Giappone è scivolata al quarto posto nel mondo in termini di dollari l’anno scorso. La Germania ha attualmente la terza economia mondiale.

Il risultato più debole del previsto complicherà la posizione della Banca del Giappone (BOJ) nel condurre il primo rialzo dei tassi in Giappone dal 2007, un passo che la maggior parte degli economisti intervistati il mese scorso prevedeva che la banca avrebbe preso entro aprile.

Il Giappone perde la sua posizione di terza economia mondiale mentre entra in recessione

Il consiglio di politica della BOJ ha recentemente intensificato le discussioni riguardanti un’uscita dalla politica dei tassi sub-zero e ha cercato di rassicurare i mercati sul fatto che un aumento dei tassi non segnalerebbe un brusco cambiamento di politica.

Il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato la scorsa settimana al parlamento che le condizioni finanziarie in Giappone rimarranno accomodanti per il momento anche dopo la fine del tasso di interesse negativo, ribadendo uno dei suoi vice, Shinichi Uchida.

I dati di giovedì sottolineano la necessità di mantenere una politica accomodante, riflettendo la dipendenza del Giappone dalla domanda estera. Le esportazioni nette hanno contribuito per 0,2 punti percentuali alla crescita. Le esportazioni sono aumentate a dicembre, trainate dalle automobili verso gli Stati Uniti e dalle attrezzature per la produzione di chip verso la Cina. Il turismo inbound, classificato come esportazioni di servizi, ha continuato a crescere, con il numero di visitatori che ha stabilito un record per il mese di dicembre.

I dati mostrano che l’attività domestica rimane anemica, con l’inflazione che limita la spesa. Il consumo privato ha sottratto 0,2 punti percentuali, poiché le famiglie che affrontano l’aumento dei costi di vita hanno stretto i bilanci. La spesa delle famiglie è diminuita del 2,5% a dicembre rispetto all’anno precedente, il decimo mese consecutivo di declino, mentre i guadagni salariali sono rimasti indietro rispetto all’inflazione.

Anche gli investimenti aziendali sono stati deboli l’ultimo trimestre, pesando sulla crescita di 0,1 punto percentuale.