I tassi di interesse sui mutui e i prestiti continuano a salire: il costo del denaro raggiunge livelli record

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I tassi di interesse sui mutui e i prestiti continuano a salire: il costo del denaro raggiunge livelli record

La Banca centrale europea approva il decimo aumento consecutivo dei tassi di interesse. Sebbene gli esperti ritengano che questo possa essere l’ultimo incremento, Christine Lagarde, presidente della BCE, mantiene un atteggiamento ambiguo dichiarando che l’inflazione rimane ancora troppo elevata e che le future decisioni saranno guidate dai dati economici.

 

Nonostante le preoccupazioni legate alla possibilità di una recessione, alle restrizioni creditizie e alle incertezze espresse da economisti e imprenditori, la Banca centrale europea ha deciso di incrementare nuovamente i tassi di interesse di riferimento. L’aumento, pari a 25 punti base, porta i tassi ai livelli più elevati mai registrati dall’entrata in vigore dell’euro. Per i titolari di mutui a tasso variabile in Italia, ciò implica un ulteriore aumento mensile tra 15 e 25 euro nella rata, secondo le valutazioni degli esperti. Complessivamente, dal momento in cui sono iniziati i rialzi della BCE, il Codacons stima che una famiglia italiana medio-popolare paga in media 300 euro in più al mese, ovvero oltre 4.000 euro in più all’anno rispetto al 2021.

Tuttavia, per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, c’è una buona notizia: si suggerisce che Francoforte potrebbe aver raggiunto il limite superiore oltre il quale i tassi non dovrebbero più aumentare. A partire dal 20 settembre, i tassi di interesse per le operazioni principali di rifinanziamento, le operazioni di rifinanziamento marginale e i depositi presso la Banca centrale saranno incrementati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, superando il record mai raggiunto del 2008.

Prima della riunione del consiglio direttivo, diversi analisti avevano ipotizzato che la BCE avrebbe potuto mettere in pausa la sua politica di rialzi. Alcuni sostenevano che tali aumenti avessero ripercussioni negative sulle finanze pubbliche di alcuni Stati (in particolare l’Italia) e sull’economia reale a causa del minore finanziamento disponibile da parte delle istituzioni finanziarie. Tuttavia, finora gli aumenti dei tassi non hanno raggiunto l’obiettivo di riportare l’inflazione nell’Eurozona al target del 2%. Le più recenti previsioni economiche della Commissione europea indicano un’aspettativa di inflazione al 5,6% per il 2023 e al 2,9% per il 2024. Inoltre, tali previsioni evidenziano il rischio di una recessione, in particolare in Germania, che è stato uno dei principali sostenitori dei rialzi dei tassi.

È importante notare che anche all’interno della BCE si sono manifestate divisioni riguardo a questa decisione, come rivelato dalla governatrice Christine Lagarde. Mentre alcuni membri del consiglio direttivo avevano espresso il desiderio di una pausa nei rialzi dei tassi, una forte maggioranza ha concordato sul rialzo di 25 punti base. La ragione principale dietro questa decisione è che Francoforte ritiene che l’inflazione possa rimanere “troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”.

Per quanto riguarda l’impatto sui mutui, l’ulteriore aumento dei tassi rappresenta un aggravio per coloro che detengono mutui a tasso variabile. Secondo le stime del Codacons, per un mutuo a tasso variabile medio, con un importo tra 125.000 e 150.000 euro, una durata di 25 anni (il più comune in Italia), la rata mensile è destinata a salire tra 15 e 25 euro. Considerando tutti gli aumenti della BCE a partire dall’anno scorso, la rata mensile complessiva di un mutuo a tasso variabile aumenterà tra 270 e 365 euro rispetto al 2021, con un impatto annuale sulle famiglie che oscilla tra 3.240 e 4.380 euro in più.

Le stime di Facile.it convergono in gran parte, suggerendo che questa tendenza dovrebbe invertirsi nel 2024. Secondo queste previsioni, guardando ai dati di giugno 2024, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile dovrebbe scendere a 731 euro, rispetto alla media attuale di 760 euro, per poi raggiungere 685 euro a giugno 2025. Molti esperti concordano sul fatto che l’incremento dei tassi potrebbe aver raggiunto il suo apice. Tuttavia, Christine Lagarde non esclude ulteriori rialzi, affermando che le future decisioni dipenderanno dai dati economici.